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‘Massacri per la pace’, il punto della prof  Antonietta Benagiano

Tra guerre e uragani e delitti efferati continua il tempo a far registrare difficoltà oltre il ben noto difficile di sempre, e per tutto s’alza confusione in ogni dove. Quale la verità di questa e di quell’altra res?  Appena la si nomina non è quella, e crescono opinioni, lievitano fake news, prolifera il dubbio. E poi su eventi bellici, su delitti e girotondi di opinioni e anche di fake news ciascuno narra quella che è la sua verità, su rovine e morti e crudeltà di cui questo mondo non è mai sazio.

Quando ebbe tutto ciò inizio? Per il filosofo e astronomo greco Anassimandro (VII-VI sec. a. C.) fu guerra il momento in cui ci si allontanò dall’ àpeiron, l’infinito innocente e pacifico rappresentante l’archè, vale a dire l’origine e il principio costituente l’universo. Da quel momento la guerra è stata sempre presente nella storia degli esseri viventi, pertanto la Terra, a ricordare Dante, è divenuta, a cominciare dai rapporti ferocemente sanguinosi tra i singoli esseri viventi, di cui ovunque nel presente tempo ridondano le cronache, “l’aiuola che ci fa tanto feroci”.

Nessuno ha in passato ritenuto, né lo ritiene oggi, nonostante i tanti ripetuti osanna alla pace, che si possa la guerra sradicare. In ciascuno di noi c’è, purtroppo, polemos, rifletteva Platone, e non meditiamo che finisca con l’essere contro noi stessi. Nessuno si è mai soffermato a considerare i disastri della guerra dai quali non sono esclusi i vincitori.  Polemos è inoltre l’inesistenza dello Stato di diritto e quindi dei diritti umani, come sosteneva la filosofa Simone Weil.

Si potrebbe anche molto discutere della guerra correlata alla pace, e tanti sono gli autori, anche della latinità, che ad essa la rapportano, dall’anonima sentenza Si vis pacem para bellum, da sempre ripetuta, alle espressioni simili di Cornelio Nepote, di Cicerone e altri, sino all’affermazione, in altra età, del filosofo Hobbes, dagli eventi costretto ad asserire che la guerra è lo stato naturale dell’uomo. Concezione dal filosofo sintetizzata nella celeberrima espressione Homo homini lupus, ripresa da Plauto. Perché la scelta di questo stato naturale? A giustificazione della guerra c’è per lo scrittore George Orwell il rappresentarla “come un atto di legittima difesa contro un nemico omicida”. Così viene anche nella nostra contemporaneità rappresentata dalle opposte parti nella guerra in Medio Oriente, in quella russo-ucraina. E si dà ad ogni massacro giustificazione nell’altro precedentemente dalla parte avversa compiuto. La guerra è tante cose, oggi soprattutto business di armi con cui può la stessa guerra procedere attraverso ciò che viene definito aiuto di altri Stati all’una o all’altra parte, e sono proprio essi poi a contribuire al mantenimento della guerra e quindi al perdurare di stragi e distruzioni. Ma la guerra è per ognuna delle parti soprattutto quell’ “atto di legittima difesa contro un nemico omicida”.

Una rappresentazione che diviene anche giustificazione non solo per chi porta avanti la guerra, anche per quanti diventano seguaci dell’una o dell’altra parte. Ed è quanto possiamo constatare negli Stati non belligeranti, Italia compresa, nelle varie manifestazioni che stanno diventando molto accese. E in ogni parte dove già è presente la guerra con i suoi effetti maggiormente evidenti, negli Stati del Medio Oriente come in Russia e Ucraina, si è quasi presi dalla frenesia della distruzione, vengono pertanto fatti esplodere i micidiali ordigni bellici super avanzati. Sembrano i gubernatores essere seguaci del pensiero di George S. Patton, generale dell’esercito degli Stati Uniti d’America nella seconda guerra mondiale, soprannominato “il generale d’acciaio”.

Patton ammoniva: “Non ritardare: il meglio è nemico del buono. Un buon piano eseguito ora con la violenza è meglio di un piano perfetto la prossima settimana. La guerra è una cosa molto semplice e le caratteristiche determinanti sono la fiducia in sé stessi, la volontà e l’audacia. Nessuna di queste cose può mai essere perfetta, ma può essere buona”.

Semplice sì la guerra, e la si fa pensando a prospettive migliori, non meditando, invece, su rovine e tragedie, sugli effetti disastrosi per tutti. Come diceva il biologo e filosofo francese Jean Rostand  “L’eterno ritornello dell’umanità è: ancora un piccolo massacro e tutto andrà per il meglio”. Homo sapiens? Non possiamo non dubitare delle sinapsi umane.
Immagine da Pixabay
(Antonietta Benagiano)