IL RUGGITO DEL LEONE
- 9 Maggio 2025
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Riceviamo e pubblichiamo la Newsletter di Paolo Farinella
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| IL RUGGITO DEL LEONE |
| …LAVORO, SALARIO POVERI, SINODALITÀ… INSIEME Genova 09-05-2025 –. «È morto il Papa! W il Papa!» Solo che questa volta c’è il trucco e si vede anche: l’Americano del Perù è stato allevato, cresciuto e impastato da Francesco che se n’è andato in punta di piedi senza avvertirci che aveva già preparato il nuovo Papa, suo successore, facendosi un baffo di tutti i kilometrici righi di inchiostro, impiegati dagli esperti in Tic-Toc, Tic-e-Trac per arrivare prima di tutti (First of all). Francesco, ovunque si trovi, se la riderà da gesuita «verace» e occhio li lince. Dal 15 al 22 gennaio 2018, fece un viaggio apostolico in Cile e Perù e qui incontrò un frate agostiniano, grande studioso, non solo di diritto canonico (110 e lode), ma anche di matematica e altro; proprio per questo è sempre con le mani sporche di umanità, povertà, miseria. Papa Francesco gli mette occhi e naso addosso e non lo molla più. Lo fa studiare da vescovo, lo manda in una diocesi all’estremo nord del Perù, dove per visitare i piccoli e sperduti «pueblos», anche di poche decine di cristiani, si muove a cavallo. Dopo che lo ha fatto sporcare ben bene dentro e fuori (tipo «impanato»), il papa argentino, senza fanfare, alla chetichella se lo porta a Roma e gli piazza in grembo il Dicastero più importante: «la fabbrica dei vescovi nel mondo». Per due anni ha predisposto schede, quasi un cospiratore, per suggerire a Papa Francesco il nome di candidati vescovi, di cui poteva fidarsi. Insomma, gli ha permesso di entrare dentro la sua anima di «papa-pastore» per abitarla, odorarla e prenderne più di una vista. Una investitura. Come Elia con Eliseo. Francesco sapeva bene che la curia e i pazzi retrogradi, che vogliono tornare all’età della pietra, avrebbero macchinato e tentato cordate. Albert Francis Prevos è talmente spirituale da somigliare a Bergoglio, ma resta defilato e fedele: sa che deve votare secondo coscienza, ma pensa di non essere in gioco o non ci crede. Resta silenzioso, prega Dio per intercessione di Francesco. La posta in gioco è alta: o Francesco viene archiviato col rischio di riportare la Chiesa alle caverne, o s’imbrocca la strada della fedeltà a Dio che passa inesorabilmente dal Vangelo che, a sua volta, passa dal concilio Vaticano II, dove l’aveva riposizionata papa Francesco, dopo l’affossamento del papa polacco e del pastore tedesco. In conclave, i cardinali asiatici e latinoamericani, grosso modo, non vogliono fare le comparse, tipo cappuccetto rosso, e quindi Parolin non avanza oltre 50 voti, o giu/su di lì; i retrogradi – io penso – provano a giocare la carta Pizzaballa, ma non passa, non per Gaza, ma perché è «anche» in Israele. Peccato, poteva essere un’idea! È giovane e si può ancora rifare. Il «nuovo mondo», quello che non conta nulla e non ha mai voce in capitolo, quando ci si mette, è testardino: non vogliamo fare, mica, le belle statuine! – avranno pensato –. Il «nuovo mondo» (così Cristoforo Colombo, la prossima volta, invece di andare in giro a perdere tempo a scoprire popoli per ammazzarli e depredarli, impara ad andare a cercar cicoria nel porto di Palos e dintorni), non mollava la visione ancora fresca di una «Chiesa sinodale che cammina»: la Chiesa di Francesco, quella che si fa carico del mondo intero con un preciso programma: «Ha spiegato la potenza Il resto viene dal maligno o dalla curia (di Genova). Si aprì la grande finestra della loggia della Basilica di San Pietro e apparve il successore e figlio di papa Francesco. Inatteso, sorprendente, un poema, ma… Alla prossima sul nome Leone, denso di storia. Paolo Farinella, prete
È ARRIVATO
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