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Ho sempre celebrato la Giornata della Memoria  e sono orgogliosa di aver accompagnato varie classi di alunni in pellegrinaggio ai campi di concentramento di Mauthausen (5 volte), Terezin, Dachau, Auschwitz- Birkenau.

Non ho scheletri nell’armadio da giustificare: nella mia famiglia nessuno è mai stato simpatizzante fascista, cioè nessuno ha contribuito a mettere sui treni dei poveri esseri umani diretti allo sterminio. Anzi, mio zio è stato prigioniero proprio a Mauthausen e mio padre si è nascosto in campagna  per non  andare a combattere. Dunque, non ho da chiedere perdono a nessuno: i miei parenti, come una buona parte degli Italiani, sono stati obbligati a subire l’infame dittatura fascista ma non hanno prestato mai un ruolo attivo.

Giustamente, dunque, mi sono sempre impegnata perché il genocidio degli  Ebrei, le torture, le sopraffazioni, le violenze e persino i discussi esperimenti scientifici non venissero mai dimenticati.

Mi rendo conto, però, che a dimenticare e a infangare quelle drammatiche Memorie siano proprio gli Israeliani.

Essi stanno  praticando da anni il lento genocidio dei Palestinesi che, tra l’altro, non hanno avuto colpe nei confronti degli Ebrei e hanno subito  l’imposizione da parte delle potenze europee (i veri sterminatori degli Ebrei) di uno Stato che prima non c’era.

Ricordo che a Varsavia, nella piazza degli Eroi del Ghetto, ho visto troneggiare delle enormi sedie vuote che rappresentano la Comunità estirpata.

Eppure non è là che è stato ridato un posto onorevole agli Ebrei sopravvissuti, né a Berlino o a Roma. Non è in quei luoghi che è stato creato un nuovo stato da donare agli Ebrei per impetrarne il perdono.

Le Potenze, che sono rimaste potenze coloniali e che come tali continuano a esprimersi, hanno “donato” un nuovo stato in Palestina.

Infatti, gli Ebrei, torturati e considerati “razza” inferiore in Europa, hanno iniziato a voler tornare in Palestina e già dal 1800 hanno cercato di costituire un loro stato nella Terra promessa da Dio come scritto nella Bibbia.

Anche se siamo per lo più atei, noi riconosciamo questo diritto mentre non riconosciamo nulla ai Palestinesi che vivono da sempre in quella terra perché, evidentemente, Dio non ha parlato con loro e non gli ha promesso nulla.

Comunque, bisogna accettare la realtà storica.

Dopo la seconda guerra mondiale, è stato proclamato lo stato di Israele  e si sono tracciati i confini sulla carta, come spesso hanno fatto ovunque le potenze coloniali. Non è stato un buon inizio, ma gli anni successivi sono stati anche peggio.

Israele, fornito di tutte le armi compreso il nucleare, attraverso i coloni (e non solo le guerre), giorno dopo giorno, ha eroso il territorio assegnato ai Palestinesi dividendoli e costringendoli in campi di prigionia a cielo aperto.

Oggi, i confini non sono quelli del 1947 e le zone più produttive, come pure le fonti di acqua non sono in gestione dei Palestinesi.

Davanti a Gaza è rimasto, infine, un enorme giacimento di gas e Israele non avrà tregua fintanto che non l’avrà reso completamente suo[1].

Qui da noi, ogni volta che muore una donna o un bambino, il nostro cuore   si spezza. Là, i bambini, anche in tempo di pace, hanno un’inferiore speranza di vita, non hanno buon cibo, scuole dignitose, non conoscono la parola “futuro”.

Ma non ci importa.

Continuiamo a sostenere Israele che è il peggiore stato omicida che si potesse immaginare.

A oggi sono più di  25000 i morti Palestinesi (di cui 10000 bambini), 95000 sono le vittime di guerra, 60000 i feriti, due milioni gli sfollati. E quanti moriranno ancora in seguito a causa della fame, delle malattie, delle ferite?

È davvero tutta colpa di Hamas?

O è colpa di Israele che, con la nostra complicità e aiuto militare,  ha portato i Palestinesi a tanta disperazione?

Così, senza capacità di combattere una guerra contro i loro carcerieri e assassini, preferiscono perire piuttosto che perdere ogni giorno lentamente le loro madri, sorelle,  mogli e i loro figliolini.(Renata Rusca Zargar)

[1]https://www.today.it/mondo/gas-tesoro-nascosto-gaza.html