L’AFFASCINANTE STORIA DELLA SCRITTURA
- 22 Dicembre 2024
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Biblioteca di Alessandria, con 700.000 “volumi”, è stata. distrutta in diverse circostanze storiche, la prima durante l’assedio di Giulio Cesare, nel 48 A.C. Seguirono poi incendi, che distrussero quello che era rimasto. Non è difficile concludere in seguito a questi gravi episodi, che l’umanità abbia irrimediabilmente perso il più ingente patrimonio culturale dell’antichità.
Il termine libro deriva etimologicamente dal latino liber, e dal greco biblion, che è poi la radice di biblioteca.
Il libro si può certamente considerare una delle forme più dirette ed evolute di civiltà, attraverso la sua diffusione si è potuta trasmettere la cultura di tutti i tempi, a partire dagli Egizi con le loro prime forme rudimentali di scrittura ideografica (geroglifica), ossia attraverso riferimenti simbolici di segni che esprimevano il concetto concreto sul contenuto dei termini usati; mentre la scrittura alfabetica ha sempre espresso i suoni di una lingua tramite le parole.
I simboli della scrittura Egizia sono rimasti un mistero per millenni, finché, in seguito al ritrovamento di una stele che si definì ‘rosetta’ – la quale riportava la traduzione in greco ed ebraico dei simboli impiegati – si riuscì finalmente a decifrare la scrittura di questa grande civiltà del Mediterraneo. A partire dalle tavolette di argilla dei Sumeri, i quali imprimevano, tramite lo stile cuneiforme di scrittura, informazioni importantissime del loro modo di vivere. Ma non fu certo l’unico mezzo di comunicazione delle civiltà mediterranee. Un ruolo importante era stato svolto dal papiro, usato dagli Egiziani già a partire dal terzo millennio prima di Cristo, per produrre i cosiddetti volumen, ottenuti arrotolando il papiro in un supporto di legno, dato che il foglio non si poteva piegare.
Si scriveva comunque in supporti di cera, stoffa, cortecce d’alberi, pietre..
Certamente i più grandi precursori del linguaggio scritto furono dunque i Sumeri, popolo nomade di migratori, essi comunicavano attraverso l’uso di tavolette d’argilla, si trattava, come già accennato, di segni cuneiformi, già a partire dalla metà del IV millennio prma di Cristo.
Sembra incredibile, ma la civiltà dei Sumeri è stata scoperta solo nei primi decenni del Novecento, – etimologicamente il nome Sumer significa ‘portatore di cultura’ – ed essi lo furono davvero. La mancanza di riferimenti e conoscenze su questo grande popolo per oltre cinquemila anni, è stata una lacuna quasi imperdonabile nella storia dell’umanità. Ai Sumeri dobbiamo proprio tanto nell’ambito del progresso e della conoscenza, essi furono come un faro che proiettava raggi luminosi di sapere verso i popoli che abitavano il Mediterraneo, dal quarto millennio A.C. in poi.
Provenivano dalle regioni montuose del Nord-Est, erano un popolo di migratori e si stabilirono in Mesopotamia, tra i due grandi fiumi, il Tigri e l’Eufrate, in zone umide e fertili, ma soggette ad alluvioni.
I Sumeri, che erano abili costruttori, e si avvalevano nelle tecniche di costruzione di calcoli matematici anche sofisticati, edificarono canali, bonificarono le zone in cui si erano insediati, e la resero simile ad un giardino. Realizzarono tanti edifici pubblici e di culto, come le Ziqqurat, complessi e bellissimi templi che eressero nelle zone più alte del territorio intorno ai due fiumi mesopotamici. Col tempo resero peraltro navigabili questi corsi d’acqua attraverso una serie di interventi atti a contenerne l’esuberanza. Grande sapienza manifestarono attraverso le loro conoscenze astronomiche, e con queste basi poi i mesopotamici divennero espertissimi; adottarono anche un calendario molto simile a quello in uso attualmente.
E furono i primi ad usare i numeri, anche se il loro sistema si basava sullo zero e la decina.
Non è azzardato considerare la scrittura sumera madre di tutte le lingue, essa influenzò quella di Creta, dove l’archeologo inglese, Arthur Evans, dopo una serie di lunghi scavi nella zona in cui sorgeva la città di Cnosso scoprì la lineare A, ossia tavolette di argilla in cui erano impressi i caratteri della scrittura cretese. Egli si rese conto che tanti di quei segni erano in pratica uguali a quelli sumeri.
Si sa poi che la lineare A fu antecedente a quella B, in uso presso i Micenei circa due millenni prima di Cristo, e che poi costituì la base per lo sviluppò della scrittura greca. I primi segni di scrittura Sumera consistevano in simboli, piccoli abbozzi di oggetti che richiamavano semanticamente l’idea di qualcosa che si intendeva comunicare, da qui la definizione di scrittura ideografica o pittografica, ad ogni disegno corrispondeva una parola, come del resto, a partire dal terzo millennio A.C., fecero gli Egizi, la cui interpretazione rimase un mistero per millenni, non essendo mai stata trovata prima una chiave di traduzione che ne permettesse la lettura.
Un’avventura in salita quella dell’evoluzione del linguaggio e della scrittura, ma affascinante. I Sumeri furono dunque protagonisti in questo senso, con i loro segni cuneiformi hanno permesso l’evoluzione dei maggiori ceppi linguistici in Europa, a cominciare da quello indoeuropeo.
E’ grazie alla perseveranza e passione di tanti bravi archeologi, alle loro imprese di ricerca e di scavo in regioni di estremo interesse culturale, come Creta, la Mesopotamia e altri territori nei dintorni, che si sono scoperte nuove civiltà, portato alla luce autentici tesori che hanno scritto pagine fondamentali nella storia dell’umanità . La civiltà dei Sumeri è forse la più interessante. Questo popolo, non semitico, pare sostenesse che la loro cultura era stata portata in Mesopotamia direttamente dal loro dio.
Erano assetati di conoscenza, non erano propriamente belligeranti, e rivolsero la loro attenzione su tutti i fronti dello scibile umano. L’organizzazione interna dello Stato era molto ordinata, furono anche dei grandi educatori, istituirono le prime scuole per formare la loro gente, furono loro a scoprire per primi le costellazioni, osservando il cielo nelle alture in cui edificarono le zuqqurat, templi dedicati alle divinità.
E’ davvero incredibile il fatto che tutto questo sia stato scoperto intorno al 1880, cioè quasi sei millenni dopo l’avvento della loro esuberante e prorompente civiltà. E solo intorno alla metà del XX secolo fu decifrata la lineare B (sistema di scrittura a carattere sillabico), tramite le tavolette di argilla rinvenute nelle zone degli scavi a Creta e in Grecia. Arthur Evans, il grande archeologo inglese che portò alla luce questi reperti importantissimi, aveva acquistato tutti i territori di interesse per gli scavi, anche se, qualche decennio più tardi, il governo greco li riscattò.
A decifrare la lineare B furono due studiosi inglesi, Michael Ventris e John Chadwick.
Virginia Murru
Domenica 22 dicembre 2024 – Anno XVIII