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Alassio. Ritorna ad esporre nella “Città del Muretto” il visionario artista alassino Franco Ravera. La personale verrà inaugurata domenica nella sala delle esposizioni della Associazione Vecchia Alassio, in Via XX settembre.  In occasione del vernissage della mostra ci saranno anche la presentazione di un libro ed un concerto di chitarra classica.  Per Ravera si tratta di un ritorno alla Sala Carletti dove l’artista alassino ha già esposto con successo e tanti elogi non solo  dai propri concittadini, ma anche con grande interesse da parte della critica e considerazione dagli esperti ed appassionati d’arte.
Insieme a Ravera ci sarà lo scrittore Nicolò Pareto che presenterà il suo libro: “Saliborn, ovvero il processo creativo”. L’evento sarà allietato dalla presenza del noto chitarrista Riccardo Pampararo. Il dottore è uno dei più apprezzati chitarristi di classica del panorama contemporaneo. La personale, ospitata nel cuore del celebre “budello” alassino, offrirà la possibilità di ammirare le ultime creazioni di Ravera, che ha al suo attivo numerose ed importanti personali e collettive, fra le quali quelle a Finale Ligure, Sanremo, Sorrento, Roma ed Albenga. Artista vero, senza pregiudizi, sa spaziare nel mondo variegato del colore e della forma, con grandi guizzi di innocenza e fantasia, uniti ad un forte gusto dell’equilibrio. Aperto all’ innovazione, con coraggio, sovverte spesso tutto quello che ci si aspetterebbe, dopo aver visto il travolgente Novecento.
Ravera, che è nato a Genova nel 1951 ed attualmente vive ed opera ad Alassio, nel suo studio in via Mazzini 4, presenta questa la mostra dal titolo: “Cerco di esprimermi – ci ha spiegato l’artista- e nello stesso tempo di suscitare emozioni in coloro che saranno i fruitori della mia arte. Per questo sono sempre attento a questi due aspetti: me stesso ed il mio ipotetico spettatore. Poi naturalmente cerco sempre di fare laboratorio, di andare sempre oltre, di non fermarmi a soluzioni già provate o viste”. Così, con occhio quasi fanciullesco, mescola la tradizione all’ avanguardia e, con una forte solidità esecutiva, narra di mondi possibili, ma immaginari ricordandoci un Gianni Arde prima maniera o un Auro Albertini maturo, sempre con un forte filo narrativo artistico-letterario a cavallo fra Mirò, Calvino e Queneau. “Ogni suo pezzo è fresco e vivace- dice di lui il noto scrittore ed esperto d’arte Armando D’Amaro- ed aperto a mille soluzioni, per questo è giusto l’accostamento a certo Pinot Gallizio e con altri maestri dell’Informale, così come nasce immediato un riferimento ad artisti come Auro Albertini o Gianni Arde”.
Ravera, molto spesso, fa un singolare uso della materia e del colore e trovando personali soluzioni plastiche e stilistiche. Fa uso con maestria della tecnica mista non disdegnando mescolare gesso, terra, cartone, plastica, carta straccia ed altri materiali che sembrano fin quasi il tentativo di recuperare dall’ affresco rinascimentale la solidità di un fondo impregnato di colore e materia che si fonde, dando origine a forme oniriche ed immaginarie con concreti riferimenti al reale, raggiungendo il giusto equilibrio di fra la forma ed il contenuto.
(Claudio Almanzi)