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Genova. “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Questo è stato il primo articolo che i nostri padri costituenti hanno voluto nella nostra carta fondamentale ed è bene ricordarlo tutti oggi. Sarebbe bene ricordarlo sempre, tutti i giorni, stasera lo troverete anche scritto su maxischermo sulla facciata del palazzo della Regione Liguria, perché il lavoro è fondamentale, centrale per l’essere umano, e troppo spesso questo viene dimenticato. Quindi cominciamo questo Primo maggio facendo gli auguri ovviamente a chi oggi lavora: a chi protegge la nostra salute negli ospedali e negli ambulatori, a chi protegge la nostra sicurezza sulle strade con la propria divisa, a chi permette a questo Paese di andare avanti anche oggi, ad esempio chi guida i treni e gli autobus, insomma tutte le persone per cui il Primo maggio è appunto una giornata di lavoro e non di festa”.
Così il presidente della Regione Liguria nel suo intervento pubblicato su Facebook.

“Il secondo punto – prosegue – che oggi dobbiamo avere tutti ben presente è che lo sforzo fatto finora non è ancora sufficiente per arginare quella vera e propria tragedia italiana che sono i morti sul lavoro: anche quest’anno ne abbiamo pianto tanti, troppi, anche uno solo sarebbe troppo, ma quel numero che vediamo scorrere mese dopo mese è davvero qualcosa di incivile in un Paese importante, moderno, democratico e avanzato dal punto di vista dei diritti come l’Italia. Su questo tutti ci dobbiamo impegnare sapendo che la soluzione non è dietro l’angolo, non c’è una soluzione unica: occorre lavorare sulla formazione delle persone, sulla formazione delle imprese, sui luoghi di lavoro. Insomma, bisogna renderci tutti consapevoli che quella mattanza non può essere tollerata in un Paese civile”.

“Detto questo, però, siamo anche una regione che ha visto crescere molto il lavoro – aggiunge -. L’ha visto crescere grazie alle gigantesche infrastrutture che stiamo costruendo, grazie a un modello di sviluppo che è stato volano di ripresa dopo il Covid, dal turismo ai servizi, all’industria. La Liguria fortunatamente è cresciuta, sta crescendo e il numero di occupati non è mai stato tanto alto quanto oggi, e lo dico con la maggiore soddisfazione di aver visto crescere i posti di lavoro, attorno al 5%, delle donne, che sono ancora l’anello debole, sia per le loro retribuzioni sia perché molto spesso costrette a rinunciare a una carriera di lavoro e a una propria autonomia, magari per inseguire il sogno di una famiglia, e lavoro e famiglia non dovrebbero più essere sogni che si divaricano per tante donne di questo Paese”.

“Abbiamo visto crescere i lavoratori, abbiamo visto calare quei giovani spaesati, che non studiano e non lavorano, i Neet, che sono calati di oltre il 20%, segno che a un mercato che si amplia, a una regione che vede crescere la propria economia segue anche la voglia di partecipare, la voglia di trovare la propria strada e cresce la motivazione che spinge a trovare un posto di lavoro – precisa-. Certo non è il lavoro che tutti vorrebbero: ci sono ancora troppi contratti a tempo determinato, ci sono ancora troppe realtà che magari non rispettano quelli che sono i diritti fondamentali dei lavoratori, ci sono ancora impieghi pagati troppo poco. Dobbiamo lavorare per creare professionisti sempre più preparati che abbiano uno stipendio sempre più giusto, ma siamo sulla strada giusta. Come diceva il presidente John Fitzgerald Kennedy, la marea solleva tutte le barche, quelle grandi e quelle piccole. Chi è più strutturato, chi ha più potere contrattuale, ma anche chi è rimasto indietro ha un beneficio da una economia che cresce, a dispetto di coloro che pensano che il lavoro e la ricchezza si possano produrre per decreto, o si produca e si divida tra le persone in modo equo senza che nessuno la produca”.

“Il fatto che la Liguria cresca sta garantendo il numero di occupati più alto della storia di questa regione, e di questo ne siamo evidentemente fieri – conclude – Quindi buona Festa del lavoro, sapendo che ci dobbiamo rimboccare le maniche, che non tutto è stato fatto e molto resta da fare, ma dobbiamo concentrarci sul lavoro che è l’essenza stessa dell’essere umano. Troppo spesso la politica lo ha dimenticato, inseguendo sindromi Nimbi, paure del futuro e delle infrastrutture. Dobbiamo invece costruire un Paese competitivo perché costruendolo oggi creiamo lavoro, e lasciando ai nostri figli più competitivo, creeremo lavoro anche per domani e dopodomani. Con questo pensiero, con questa idea che perseguiremo in modo sempre più determinato, vi auguro un buon Primo maggio, buona Festa del lavoro”.
(C.S.)