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Per «Sapore di poesia» presentiamo l’Odissea di Omero secondo la poesia ermetico-moderna di soglia: tre blocchi, firma 3-5-3. Versi di 1–4 parole, impersonalità del “si”, punteggiatura minima. Metrica di blocco: endecasillabo come respiro complessivo. Non trama né cataloghi: icone-soglia del viaggio e del ritorno. Mare, rotta, isole, canto, tempesta, soglia, arco, alba. Il blocco centrale (5 versi) accoglie le prove: inganno, vela, canto, perdita, vento. Il tempo è sospeso: fotogrammi uniti dal bianco tra i blocchi. Lessico quotidiano e rigoroso, coerente con la Carta-Decalogo. Nessun nome necessario: l’epos diventa figura condivisa. Finale in casa: varco aperto alla quiete, non morale spiegata.

Odissea

Mare che porta
si apre la rotta
casa che chiama

isole che ingannano
si tende la vela
occhio che manca
canto che lega
tempesta che scioglie

soglia che attende
si tende l’arco
alba in casa.

Commento 

Tre blocchi, firma 3-5-3: partenza, prove, ritorno. «Mare che porta» apre l’epos nella sua materia prima. «Si apre la rotta»: gesto impersonale, viaggio universale. «Casa che chiama»: il nostos è suono di fondo, non trama. Nel centro operano le prove: isole ingannatrici, vela tesa. «Occhio che manca» allude al ciclope senza nomi. «Canto che lega» è la sirena come vincolo, non favola. «Tempesta che scioglie» allenta nodi e legni, prova e perdita. Il blocco centrale, più ampio, rispetta la Carta della soglia. Metrica d’endecasillabo di blocco: coesione avvertita, non contata. Lessico quotidiano, preciso: parole-pietra in bassa retorica.m«Soglia che attende» porta il mito sulla porta domestica. «Si tende l’arco»: gesto che ricompone ordine e casa. «Alba in casa» non chiude: una quiete vigilante, atto aperto. Rifrazione simbolica dell’Odissea nell’oggi.
Zeno V. Bolciani
Mercoledì 3 settembre 2025 – Anno XIX