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Presentazione

Nella rubrica «Sapore di poesia» incontriamo oggi Beatrice: luce e amore, presenza salvifica che accoglie Dante oltre la soglia del paradiso terrestre, segno di grazia che illumina e trasfigura.

Luce che salva

Sguardo che arde
luce che salva
voce che chiama

nome che resta
velo che cade
cielo che apre
fiore che accoglie

anima che trema
grazia che dona
soglia che splende.

Commento

La poesia utilizza il blocco unico per restituire l’unità radiosa di Beatrice, in contrasto e insieme in continuità con la guida virgiliana. L’apertura “Sguardo che arde / luce che salva” mette subito in campo la funzione simbolica: lo sguardo è fuoco e insieme rivelazione, la luce diventa salvezza. “Voce che chiama / nome che resta” introduce la relazione personale, ma senza mai nominare un io o un tu: il legame è impersonale, universale. Al centro, “velo che cade / cielo che apre” evoca la rivelazione: la realtà terrena si dissolve, si apre il cielo. “Fiore che accoglie / anima che trema” fondono la dolcezza e lo smarrimento, segno di un incontro che trasforma. La chiusa “grazia che dona / soglia che splende” marca la funzione ultima di Beatrice: la grazia come dono gratuito, la soglia come apertura luminosa al paradiso. Lessico sobrio, sintassi nominale, verbi ridotti all’essenziale, chiusura con punto fermo: l’impianto resta fedele alla misura ermetico-moderna di soglia.

Per contatti: zv.bolciani@liguria2000news.com

Zeno V. Bolciani
Sabato 21 giugno 2025 – Anno XIX