
Miniguida alla pronuncia delle parole nel dialetto ligure di Albenga
- 10 Luglio 2010
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Per facilitare la lettura delle parole del dialetto ligure di Albenga (e di conseguenza per una loro corretta pronuncia) riteniamo utile pubblicare brevi ”Indicazioni per la pronuncia” a cura di Vincenzo Bolia (al centro nella foto con i poeti Vincenzo Dagnino e Angelo Gastaldi).
ALFABETO
L’alfabeto latino è composto oggi da 26 caratteri (o lettere), suddivisi in:
– 5 vocali: A, E, I, O, U (forma maiuscola) – a, e, i, o, u (forma minuscola);
– 21 consonanti: B, C, D, F, G, H, J, K, L, M, N, P, Q, R, S, T, V, W, X, Y, Z (forma maiuscola) – b, c, d, f, g, h, j, k, l, m, n, p, q, r, s, t, v, w, x, y, z (forma minuscola).
Vista però l’insufficienza di caratteri latini per rappresentarne tutti i fonemi, al dialetto ligure di Albenga (parlata che deriva dal latino, come la lingua italiana) sono state aggiunte due vocali (Ï – ï, Ü – ü), due consonanti (Ȓ– ȓ, Ṡ – ṡ), un dittongo (EU – eu) e un trittongo (OEU – oeu).
PRONUNCIA
Le vocali “classiche” (a, e, i, o, u) si pronunciano come in italiano.
Le consonanti, da sole, hanno un suono indistinto e per essere chiaramente pronunciate devono accompagnarsi ad una vocale.
La vocale “aggiunta” Ï – ï corrisponde al suono mouillé francese. Ad es. familles (alb.: famïe).
La vocale “aggiunta” Ü – ü si pronuncia come la Ü nel tedesco. Ad es. führer (alb.: üga).
La consonante “aggiunta” Ȓ – ȓ per la R palatale, tipica della parlata albenganese (ma non solo), si pronuncia come il suono r inglese. Ad es. celery (alb.: selleȓu).
La consonante “aggiunta” Ṡ – ṡ si pronuncia come il suono s dolce in italiano. Ad es. rosa (alb.: reuṡa); è stata introdotta la ṡ per differenziarla dal suono della s sorda in italiano. Ad es. divertirsi (alb.: divertise).
La consonante X – x si pronuncia come la j francese. Ad es. jardin (alb.: géxa).
Il dittongo EU – eu si pronuncia come nel francese. Ad es. fleur (alb.: zeugu); l’accento su l’una o l’altra vocale, ne elimina il dittongo (es. alb.: ajèu, leún).
Il trittongo OEU – oeu si pronuncia come nel francese. Ad es. coeur (alb.: coeu).
SS-C è l’insieme dei suoni italiani sc e c dolce (alb.: sc-ciümma).
SSC è il suono italiano sc rafforzato (alb.: passciùn).
Gli accenti sulle vocali sono tre:
«acuto» (´), indica suono chiuso: ad es. néve;
«grave» (`), indica suono aperto: ad es. bèllu;
«circonflesso» (ˆ), allunga il suono: ad es. âṡe.
Anche i due punti sopra una vocale allungano il suono (alb.: famïe).
Il trattino invece lega insieme i suoni di due grafemi (alb.: e-e tûre).
Ciò premesso, è bene precisare che non esiste un criterio univoco riconosciuto per la trascrizione dei dialetti liguri, e men che meno una grafia standard per l’insieme di queste parlate. Si ritiene però utile adeguarsi in linea di massima a criteri generali per recuperare il senso dell’unità delle parlate della Riviera ligure di Ponente e rendere così la varietà della parlata albenganese più intelligibile anche a chi non è originario della cosiddetta Città della cento torri.
Tuttavia, poiché nessuno è vincolato a “regole” rigide per quanto riguarda la pronuncia e tanto meno per la grafia, ciascuno può scrivere nel modo che più ritiene opportuno. E tutti gli autori cosiddetti “dialettali”, pur scrivendo con grafie e regole non sempre combacianti in toto, manifesteranno lo stesso il loro amore e l’attaccamento alla propria terra, alla propria gente.
ARBENGA
Cumme a l’è bèlla Arbenga
sittè antiga
vista da l’âtu,
a tûre du culéggiu Oddu
in prìmmu ciàn,
ciǘ luntàn
u campanìn de San Miché
e peui e tûre
de Palassu Veggìu e di Malasemènsa,
da seculi abbrassèi,
ch’i se fan cumpagnia.
E teiti dappertüttu
in scè rüguṡe cà ingaune.
Mi e speȓu de rivegghite prestu,
Arbenga,
mé sittè de-e sèntu tûre,
baxà da-a Sènta
e cun l’Iṡuȓa
ch’a te miȓa da luntan.
ALBENGA
Com’è bella Albenga
città antica
vista dall’alto,
la torre del collegio Oddo
in primo piano,
più lontani
il campanile della cattedrale
e poi le torri
di Palazzo Vecchio e dei Malasemenza,
da secoli abbracciate,
che si fanno compagnia.
E tetti dappertutto
sulle rugose case ingaune.
Spero di rivederti presto,
Albenga,
mia città turrita,
baciata dal Centa
e con l’isola Gallinara
che ti guarda da lontano.
LIGURIA
Cunturnà dai munti
e dau bleu du mà,
scavà in sà e in là
da lünatiche sc-iümèȓe,
patria de l’uȓivu
e du sé vèntuṡu,
Liguria, mé tèra,
cùn ti l’invèrnu
u l’è cumme primaveȓa.
LIGURIA
Cinta dai monti
e dal blu del mare,
scavata qua e là
da lunatici torrenti,
patria dell’ulivo
e del ciel ventoso,
Liguria, terra mia,
con te l’inverno
è come primavera.
(dal libro Pensceȓi… paȓolle (Pensieri… parole) – Editore Montedit, Melegnano (MI), 2009)