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Terremoti, rimedi per la salute del globo che non sono soluzioni, assalti contro civili, carestie fame e invivibilità anche per assenza di libertà, disuguaglianza e ingiustizia, business corruzione e follia di guerre a completare gli orrori del globo. Oriente e Occidente sono in lotta sempre più aperta, e i deboli ne fanno le spese. “Giro girotondo, quant’è bello il mondo/gira allegramente ma così precipitevolissimevolmente”, canta Edoardo Bennato.

La sfumatura ironico-giocosa scompare nella constatazione della grande indifferenza degli umani, reciprocamente degli uni verso gli altri per i disastri che ovunque stanno nel mondo accadendo, come si rileva nelle parole del rapper Emis Killa: “E intanto che il mondo va a picco/io non piango, non abbaio, resto zitto”. Oppure – diciamo noi – abbaio senza criterio nel tentativo di imporre me col mio ‘bau bau’, o anche ipocritamente discetto a seconda della convenienza. Arte questa non solo dei Potenti.

In Medio Oriente prosegue la guerra israeliano-palestinese col suo drammatico teatro a Gaza, morte di civili e aiuti umanitari talora anche bloccati. Netanyahu appare deciso a proseguire il suo piano nella Striscia di Gaza, fiducioso nelle armi supertecnologiche in possesso di Israele, nei suoi 170mila soldati attivi e 465mila riservisti, sordo a richiami umanitari, alle esortazioni non solo di Biden.

Il Presidente israeliano sembra non tenere in alcun conto quel che annuncia Hamas: negoziati aperti se Israele accetta il ‘cessate il fuoco’. Sostiene di avere anche l’appoggio del mondo arabo (il vero dov’è?), può quindi non seguire le sollecitazioni a dialogare con Hamas per la pace a Gaza.

Il Presidente statunitense, che vorrebbe far collassare la coalizione di Netanyahu, in una intervista a Msnbc dice: “Netanyahu ha il diritto di difendere Israele, di continuare a perseguire Hamas. Ma deve prestare maggiore attenzione alle vite degli innocenti che vengono perse a causa delle azioni intraprese.

Dal mio punto di vista sta danneggiando Israele più che aiutarlo… Non possiamo avere altri 30mila palestinesi morti… l’invasione di Rafah è una ‘linea rossa’ ”. Memore forse delle ‘linee rosse’ provocate anche dagli statunitensi, è giunto a un ragionare più umano. Oppure è qualche Stato arabo dalle grandi risorse a portarlo a un tale ragionare? In girotondo anche l’ipocrisia, quasi nessuno ne è immune.

Infuocato anche il Mar Rosso per gli attacchi degli Houthi, vendetta contro chi osa attaccarli, e delle controparti che vorrebbero nel Mar Rosso transitare in sicurezza. Zaid al-Gharsi, direttore del Dipartimento dei media della Presidenza della Repubblica di Sanaa, nel rivendicare il lancio di parecchi droni contro caccia statunitensi nel Mar Rosso, ha anche annunciato una rappresaglia contro l’Italia che dallo scorso 2 marzo si impegna ad abbattere droni.  E gli Houthi: “ Noi ci comporteremo di conseguenza… non abbiamo fatto la guerra all’Italia né agli altri Paesi europei. La nostra lotta è per la difesa dei palestinesi contro l’aggressione sionista”.

Il problema è che, come quasi sempre accade, nessuno inforca la lente della obiettività, ben pochi fanno il mea culpa per quel che all’altra parte è stato provocato. Rigidi son tutti nelle proprie posizioni, e il mondo continua ad andare “precipitevolissimevolmente”, vale a dire ad andare “a picco”.

Per quanto riguarda la guerra russo-ucraina, dove la Russia, pur subendo anch’essa perdite, appare in vantaggio sull’Ucraina, fa ancora molto discutere quanto detto da Papa Francesco in una intervista alla televisione svizzera: “Si dovrebbe avere il coraggio di alzare bandiera bianca e negoziare”.

Il Papa di certo pensa alle tante rovine, alle vite umane perse in questi anni di guerra. Come far comprendere ciò al Presidente che vuole ad ogni costo portare l’Ucraina alla vittoria proprio per quelle vite perse in nome della libertà dell’Ucraina? E le decisioni sembrano andare sempre più verso disastri peggiori. Putin ha già, sin dalla fine di febbraio, annunciato che l’Occidente, con la Nato che profila la possibilità di inviare contingenti militari in aiuto dell’Ucraina, sta facendo rischiare la guerra nucleare. Si dovrebbe meditare, ma gli umani hanno cervelli fumanti, difficile è far comprendere la rovina senza pari con la messa in atto dell’atomica. Si comprese 60 anni fa con i due Kappa (Kennedy e Krusciov) che furono concordi nel dover evitare la tragedia nucleare. Ma quelli erano altri tempi con soggetti diversi.

Intanto la Cina, sulla forza del cui esercito qualcuno sta cominciando a porre degli interrogativi in seguito a quanto trapelato anche a livello di corruzione, dopo scontri con gli Usa, relativi a rivendicazioni su Taiwan e al Mar Cinese Meridionale che Xi Jimping rivendica come facenti parte della Cina, dopo discussioni su questioni che riguardano l’ambito tecnologico, commerciale e anche dei diritti umani, auspica migliori relazioni con gli Usa, chiunque possa essere il Presidente eletto nel prossimo novembre. Lou Qiujian, portavoce del Parlamento cinese, in una conferenza stampa ha, tra l’altro, apertamente detto: “Le elezioni presidenziali americane sono un affare interno degli Stati Uniti”. Quindi ben altro interessa al Dragone.

C’è poi un intrigo di alleanze attorno all’uno o all’altro di Stati che potremmo definire leader, pensiamo, oltre a Usa, Cina e anche Russia alla Cina legata, a quel che costituisce l’Iran in Medio Oriente, al cui confronto Israele che cerca di tenere testa (82 milioni di abitanti l’Iran, 8 milioni Israele) appare di gran lunga da ridimensionare; e poi l’India e tanti altri Stati emergenti anche per la produzione di petrolio e dei preziosi minerali molto richiesti in tecnologia. Alleanze aperte, celate o subdole, e ciascuno Stato, come da sempre avvento nei secoli, fiuta interessi e opportunità, ovviamente la ipocrisia fa pur essa il girotondo, dimora su lontane galassie la sincerità.

Il mondo è in guerra, direttamente o indirettamente, è dappertutto in guerra, non nel futuro come nel canto di Fabrizio De Andrè: ”Se verrà la guerra, Marcondir’ondera … sul mare e sulla terra chi ci salverà?” Non ci salva il soldato, non Dio che scappa inorridito, né l’aviatore, e tutti fulmina la bomba “sian grandi o piccini… sian furbi o cretini”. Ma sembra che su questo pianeta non si possa giocare che a fare la guerra.
(Antonietta Benagiano)