“Ciao Lucania”. Storia di una canzone e del cantautore Mimmo Carlomagno
- 10 Febbraio 2023
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Storia di una canzone che non troverete in questi giorni a Sanremo. E’ la storia anche del suo autore, un cantautore, le cui canzoni sono ascoltate da tanti e tanti appassionati.
A parlarne è lo stesso cantautore lucano, Mimmo Carlomagno. Anzi ci dice… molto di più. Ascoltiamo quanto ha scritto nei giorni la testate d’informazione Siritide, spazio web che esiste dal novembre 2006 ed al suo interno vengono trattate tematiche diverse atte a privilegiare l’informazione locale. L’idea prende spunto dall’antico nome di tutto il territorio della Basilicata meridionale fino alle coste joniche, che ai tempi dell’antica Grecia si chiamava appunto “Siritide” o “Sirtide” (da Siris). Il sito è nato da un’esigenza spontanea di un gruppo di ragazzi che, insieme, hanno riflettuto sull’importanza di un mezzo di informazione locale e specifico nella loro regione, la Basilicata. Direttore è Mariapaola Vergallito.
Dietro ogni canzone c’è una storia. Le canzoni dei personaggi famosi sono tutte interessanti. Leggo e vedo tanti esperti ad analizzare, descrivere, spiegare ogni minimo dettaglio. Non ho mai letto e visto analizzare canzoni di strada come ad esempio le mie. Oggi voglio provare a raccontare la storia di una mia canzone. M’immagino che non interessa a nessuno e non è una canzone famosa, ma la racconto lo stesso, rimarrà su questa pagina e poi quando diventerà importante, qualcuno troverà il lavoro bello è pronto.
Tra la fine degli anni ’70 inizi anni ‘80, iniziavo il mio lavoro di portalettere. I primi anni li passai al Nord. Nel ’83 tornato al Sud, tra le varie riviste e giornali che mi passavano nello spoglio della posta, mi capitò tra le mani un giornale dal titolo “CIAO LUCANIA”. Incuriosito, andai a cercare da dove proveniva e chi lo stampasse. La sede era Milano e il direttore responsabile, Giovanni Labanca. Sentivo la voce del Sud, mi abbonai e iniziai a ricevere le prime copie. Un giornale ben fatto, con tanto amore per il Sud. Non poteva essere diversamente! Giovanni era un uomo del Sud.
Nel 1984 la vita mi riporta a Milano. Riprendo il mio cammino nella musica ricominciando da Milano. La prima cosa che mi venne in mente fu quella di contattare Giovanni, volevo incontrarlo. E questo mi frullava per la testa da quel primo giorno che mi passò il suo giornale per le mani. Diventammo amici, e tutte le volte che andavo a lavorare allo studio di registrazione, passavamo molte ore insieme, a chiacchierare, andare insieme a pranzo, ad ascoltare le nuove canzoni. Nei ritagli di tempo si stava spesso insieme. La collaborazione con lo studio milanese durò fino al’88, poi decisi di voler realizzare i lavori musicali in Lucania. Nell’ultimo giorno di lavoro a Milano, Giovanni venne a salutarmi allo studio. Anzi volle anche accompagnarmi alla stazione a riprendere quel treno per il Sud. Durante il tragitto dallo studio alla stazione, tra le musicassette sparse in macchina, la mia attenzione si posò su una cassetta con una scritta grande, “CIAO LUCANIA”.
Giovà, hai inciso una cassetta Ciao Lucania e non me lo hai detto? No! È una copertina che ho fatto io, dentro ci sono altre canzoni. Te la posso rubare? Si! Prendila pure! Dai Giovà, ti prometto che scriverò una canzone dal titolo Ciao Lucania. Mi farebbe piacere, poi me la mandi! Certo!
Ci salutammo, con la promessa che ci saremmo rivisti al più presto. Qualche giorno dopo mi ritrovai la cassetta tra le mani e ricordai quella promessa, pensai al mio ritorno in Lucania. Cosa potevo scrivere? Vent’anni prima ero partito per il Nord con la valigia di cartone, ero ritornato e ripartito, cosa avevo trovato di cambiato in Lucania? Nulla! La mia terra sempre bellissima, lo stesso cielo limpido, senza le ciminiere delle fabbriche del nord, ma con qualche ruga in più, come me che invecchiavo e le rughe che iniziavano ad apparire in un altro modo sulle colline della mia cara Lucania.
Avevo il testo ma non avevo la musica. Quando scrivo un testo lo adatto sempre ad una melodia mentale, scrivo e canticchio secondo un mio metodo, poi rifinisco insieme all’arrangiamento il testo definitivo. In quegli anni ho girato molto per festival e concorsi su e giù per l’Italia. Nel giugno del 1988 partecipai ad un festival, dove c’erano un po’ tutti, famosi e non, eravamo in tanti. Sono stati quattro giorni di canzoni, di incontri e di nuove avventure. Eravamo dietro il palco, tutti quelli che dovevano esibirsi per quella serata. Ad un tratto mi sento una mano sulla spalla e una voce che mi dice: – Ciao Mì! Mi giro. – Ciao! Chi sei? Non mi ricordo di te. – Io si. Sono Sergio. Ti ho incontrato a Ceccano nel ’74. – Nooo! Non dirmi che sei quel ragazzino che cantò “O sole mio”! – Si ! Sono io! Sono passati dall’ora quattordici anni!
Lui 25 e io già vecchio, 38 anni e ancora in giro a cantare canzoni inutili. La musica non mi ha dato fama e ricchezza, mi ha dato l’opportunità di incrociare tante persone, molte sono passate come passano tutte le cose, poche sono rimaste e come passa il tempo passiamo tutti lungo il sentiero della vita. Iniziò un’amicizia e una collaborazione, decidemmo di fare qualcosa insieme e colsi subito l’occasione di proporgli quel testo da musicare. Dopo qualche settimana avevo testo e musica di CIAO LUCANIA. Avevo in commercio l’album di quell’anno “Crepuscolo“, l’ultimo registrato a Milano, ma un discografico del Sud voleva a tutti i costi produrre un album di mie canzoni popolari. Raccolsi un po’ di canzoni e tra le vecchie e le nuove infilai Ciao Lucania (dedicata a Giovanni Labanca), che diede il titolo a quella raccolta videoclip su Yuotube.
L’album ebbe successo. Inviai la cassetta a Giovanni con la promessa di rivederci al più presto. Nel corso degli anni ci siamo spesso sentiti e mai incontrati, ma sempre con la promessa di rivederci. Trent’anni sono un alito di vento, continuando a scrivere e cantare canzoni per qualcuno inutili mi viene la voglia di riprendere Ciao Lucania. Avevo arruffato un videoclip di quella vecchia registrazione del 1988, rimasterizzata in digitale dalla bobina analogica, ma non era uscito un buon lavoro. Nonostante quella cosa non eccellente, notavo che le visualizzazioni andavano abbastanza bene. Decisi di rivedere testo e arrangiamento e farne un disco nuovo. Nella raccolta del 2015 “TRA GLI ULIVI E LE ROSE” è inclusa la nuova Ciao Lucania. Comunicarlo a Giovanni era normale. Quando ci sentimmo, lui disse di non spedirgli il disco, voleva che glielo portassi io a Terranova, dove lui veniva ogni estate. Finalmente dopo tanti anni era arrivato il momento di incontrarci. Dovevamo farci assolutamente una scorpacciata dei suoi capicollo e un buon bicchiere di vino. Nell’estate 2019 un disguido fece saltare l’incontro che rimandammo all’anno dopo, il 2020 che a causa del Covid è stato un anno maledetto. Rimandato quindi al 2021. Quando Giovanni arrivò a Terranova, iniziammo a sentirci spesso per organizzare l’incontro. Un giorno tira l’altro, impegni di qua, impegni di là, ai quali si aggiunse un mio problema ad un occhio. E’ passata l’estate e i capicolli di Giovanni ci aspettavano nella baita sul pollino. Io non potevo più fare lunghi tragitti da solo in macchina. Un pomeriggio del 1° settembre, Giovanni al telefono mi dice: – Mimmo, domani ritorno a Milano. Anche quest’anno non siamo riusciti a vederci. Se possibile possiamo comunque incontriamoci almeno per un caffè a metà strada, se ti va bene. Se puoi, raggiungimi alle Terme di Latronico. Confermai l’incontro, Mi accompagnò mia moglie con grande disponibilità. Per me e Giovanni è stata una grande gioia. Abbiamo passato un bel pomeriggio insieme dopo 33 anni di promesse e speranze. Gli parlai anche di un possibile nuovo video della nuova versione di Ciao Lucania e che avremmo girato qualche scena nella sua baita. Gli dissi anche: – Dobbiamo assolutamente passare quella giornata insieme.
Giovanni è andato via a Milano. Purtroppo si è ammalato. Nel giorno del suo compleanno la moglie mi comunicò che Giovanni era tornato alla Casa del Padre. E dire che mi aveva comunicato giorni prima di quel 13 luglio che presto avrebbe dovuto iniziare la riabilitazione. Quel video promesso ormai non avrebbe avuto più senso.
Qualche settimana dopo di un giorno qualsiasi mi arrivò un commento da Youtube sul vecchio video di Ciao Lucania. Dopo anni di silenzio si è rifatto vivo Sergio con il quale abbiamo realizzato due canzoni, Ciao Lucania e Una carezza per Michelle. Ci perdemmo di nuovo di vista. Ho poi saputo che non ha più continuato con la musica. Una decina di anni dopo, quando dalla SIAE seppi che “Una carezza per Michelle” era stata incisa in Francia (mi arrivarono dei diritti d’autore), cercai di contattarlo, senza successo, per sapere se fosse stato lui a inviare la canzone. Sergio si è rifatto vivo in seguito, lamentandosi che sulla descrizione del video non appaiono i nomi degli autori. Gliene ho dato atto promettendo che avrei rimediato con la versione di un nuovo video.
Ho realizzato il video, ho cercato di fare il possibile, non ho mezzi e risorse sufficienti a realizzare qualcosa di professionale. Sono ormai un vecchio cantante di altri tempi. Le cose che scriviamo o cantiamo noi di una certa età non interessano più a nessuno. Posso scrivere e cantare di Lucania, ma questa Lucania, mi chiedo, a chi interessa oggi. Sono in molti ad andare via dalla Lucania, il deserto avanza e l’Africa è sempre più vicina. Le canzoni d’amore non fanno più parte delle nostre emozioni. Il nostro mondo e le nostre canzoni scompaiono con noi. Anche scrivere un racconto non ha più senso. I libri li scrivono i grandi personaggi che possono andare a presentare in televisione. Ne ho letto alcuni (io ne ho scritto cinque) e le storie e gli aneddoti non sono tanto diversi dalle mie. Però vuoi mettere come è nata una canzone di Morandi e una di Mimmo Carlomagno? Questa che state leggendo è la storia di una canzone normale che pur essendo fatta di parole e musica come tutte le altre, non potrà mai essere importante come le altre, perché l’ho scritta io: Mimmo Carlomagno.
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Fin qui quello che ha scritto il cantautore lucano Mimmo Carlomagno con tanta amarezza. Complimenti invece da parte mia, Nino Bellinvia che lo conosco da tanti di anni. E ricordo quando da ragazzo (canta da 55 anni!) le sue canzoni venivano trasmesse nei programmi della Rai “L’altro suono” e “Tutto folk”. Mi permetto pure di ricordare ai lettori che Mimmo Carlomagno ha inciso ben 28 album (con musica di Emidio Carlomagno e Pino Gioia che ne ha curato gli arrangiamenti). Qui cito solo la compilation 2020 “Stella del sud” con abbinato il libro “Sogni di cartone” con poesie e storie di musica. Il cd è stato arrangiato da Pino Gioia allo Studio Enjoy di Agromonte (Potenza) con alle chitarre Cristian Paduano e ai cori Cinzia Ielpo, Loredana e Noemi Chiaccio, Anna Gioia e Antonella Ferraro, Titolo delle canzoni: “Stella del Sud (D. Carlomagno – G. Gioia – E. Carlomagno), “Nel silenzio della sera” – interpretata con Marilena Alagia (D. Carlomagno – G. Gioia), “ Cento fuochi” (M. & G. Capuano – M- Zelinotti), “Funtana di billizzi” (D. Carlomagno – G. Gioia – E. Carlomagno), “Ricordando ricordi” (D. Carlomagno – S. Marchese), “ Zia Teresina” (E. Gagliardi – A. Samuele), “Lenti silenzi” (D. Carlomagno – – M. Marra – F. Celata), “Vacanze lucane” (D. Carlomagno – E. Carlomagno). I videoclip degli altri suoi album li potete trovare su Yuotube.
(N.B.)
Nelle foto: 1) La copertina di “Ciao Lucania” del 1988. 2) Mimmo Carlomagno (dx) con l’amico Giovanni Labanca alle Terme di Latronico.
(N.B.)