
Una finestra cieca e la poesia di Antonietta Benagiano
- 20 Settembre 2025
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Versi che raccontano il silenzio e la profondità dell’invisibile
Una finestra cieca “parla” con versi della poetessa Antonietta Benagiano
“Beltà di luce a dolcezza d’ombra
volgesi, al Pantocratore il grazie
di libertà nell’attimo da cure
affanni e dolori sodali sempre
nel pietroso andar che giammai ci lascia,
arduo il cammino all’anima bella
amare bisogna anche il dolore”
Si leggono sulla finestra cieca in Via A. Saffi a Massafra e sono stati impressi nel marzo del 2021 nel corso della ristrutturazione dell’abitazione. Sono sette endecasillabi che costituiscono l’incipit del poema breve “Esistenza” di Antonietta Benagiano, pubblicato nel luglio del 2020 dall’Istituto Italiano di Cultura di Napoli con Prefazione del Direttore Prof. Roberto Pasanisi.
Finestra con l’incipit voluto dalla stessa poetessa su proposta del figlio Salvatore, e l’abbiamo scoperto osservando attentamente la copertina del nuovo libro “Se una notte d’aprile…” con postfazione proprio di Salvatore Giovanni Maria Mallardi, noto studioso di filosofia, studioso del pensiero. Libro in questi giorni in distribuzione dal titolo “Se una notte d’aprile…” (Wip Edizioni, Bari, settembre 2025) appunto della già docente Antonietta Benagiano, autrice versatile di romanzi e saggi, di sillogi poetiche e narrative, ed anche ottima collaboratrice della pagina culturale di alcuni quotidiani. Le sue opere (28 i libri pubblicati), da critici insigni elogiate per originalità e coerenza strutturale e logica oltre che per eleganza di stile, sono lontane dalla Kulturindustrie, da qualsivoglia Mainstream, come ritengono anche illustri critici quali Roberto Pasanisi e Giorgio Barberi Squarotti.
Nei versi della finestra cieca il passaggio dalla luce sfolgorante alla “dolcezza d’ombra” è, per divina grazia, vissuto come momento di libertà, tregua da “cure, affanni e dolori” del “pietroso andare”, comune sorte di tutti gli esseri viventi. Un cammino difficile, faticoso anche, che va, però, accettato se si vuole pervenire alla conquista dell’ “anima bella”, cui si giunge solo quando si riesce ad amare anche il dolore, vale a dire a superarlo attraverso l’amore.
Abbiamo con molta attenzione e interesse letto questo sesto poemetto o “poema breve”, tale viene definito dal prof. Salvatore G. M. Mallardi, prefatore dell’opera. Lo stesso (autore anche nel 2021 della Postfazione a “Guarda in alto!” per Istituto Italiano di Cultura), vi rileva, tra l’altro, “un raccoglimento introspettivo, che a sua volta presuppone una ponderazione a cui attualmente si tende a preferire uno spontaneismo espressivo. Esaltato come presunta manifestazione di immediatezza o di una parola “diretta”, tale imperante spontaneismo spesso cela al contrario una povertà riflessiva che asseconda la pigrizia intellettuale non solo di chi scrive ma anche di chi legge”. La Benagiano sembra, invece, volere per il cervello non la velocità della macchina ma la riflessione propria dell’umano cerebrum, valida per ogni cosa, anche per il sentimento della memoria che ella ritiene possa esistere solo nella profondità del pensiero, da cui soltanto emergono valutazioni che andrebbero altrimenti perse. E l’incomunicabilità del soggetto con gli altri esseri e con sé stesso, la disarmonia fonte di conflitti e abbrutimenti, la porta quasi ad una speranza nell’AI, in quell’andare oltre la sperimentata conoscenza per divenire abitanti di un globo dove possano regnare armonia e pace.
Poema breve cui fanno seguito articoli di attualità, evidenziati da testate online, i quali, concettualmente densi e stringati pur nella chiarezza, possono, come sostiene il Prefatore, essere considerati “chiarificazione” della concezione fluente in poesia.
Ricordiamo anche che i suoi precedenti libri “Catapultati” (26esimo) e “La locusta sul vetro” (27esimo) sono stati stampati dalla stessa Casa Editrice barese.
Nelle foto.1) La finestra parlante”. 2) La poetessa prof. Antonietta Benagiano, il prefatore prof. Salvatore G. M. Mallard
Nino Bellinvia
Sabato 20 settembre 2025 – Anno XIX